Ricordo alla perfezione il momento in cui ho sentito di dover raccontare la mia storia, ero sdraiata sul letto la sera dopo aver fatto la prima chemio terapia per il Linfoma di Hodgkin.
La mia storia
Prima di spiegare cosa sto cercando di dire in questo articolo ho bisogno di fare un passo indietro:
febbraio 2016 torno a casa per laurearmi e mia mamma nota un gonfiore sul collo e prenota una semplice ecografia. Da li sono iniziati due mesi di visite, controlli e un operazione alla tiroide per arrivare a scoprire che nel mio corpo c’erano non uno, ma due tumori.
Avevo un piccolo nodulo alla tiroide che si è rivelato essere un carcinoma papillare maligno ma quello non rappresentava un “reale” problema, almeno per me. Sono stata operata e in meno di due giorni ero a casa speranzosa di poter ritornare alla mia vita.
Solo che poi la biopsia ha rivelato qualcosa di cui non avevo mai sentito parlare, che non sapevo nemmeno cosa fosse: Linfoma di Hodgkin, quarto stadio? In che senso scusa?
Hai detto Tumore?
Sono sempre stata ipocondriaca, con periodi più o meno bui ma sotto sotto dentro di me sapevo di stare bene, di non avere nulla di cui preoccuparmi. Si perché a 26 anni pensi di poter spaccare il mondo. Laurea alle porte, lavoro da iniziare e amici a non finire. Ti senti immortale, la tua vita è appena iniziata. Poi quasi per caso ti ritrovi catapultata in un’altra realtà.
Una realtà che non conoscevi, o meglio che ignoravi un po’ per mancanza di interesse un po’ perché è sempre meglio così. D’altronde, perché dovrebbe capitare a me?
La prima volta che ti dicono che si, c’è qualcosa che non va vorresti urlare. O almeno io volevo urlare: “Perché a me? Perché proprio io? Cos’ho fatto di male?“.
Poi ridi e ti dici che forse si sono sbagliati. Rifacciamo i controlli, ci deve essere un errore.
Un tumore? Io?
Ma poi che cos’è sto Linfoma di Hodgkin?
Le domande sul tuo aspetto fisico arrivano quasi nello stesso momento: diventerò calva? Bianca cadaverica? Senza forze?
Ti rispondi di no, a te non succederà. Avrai tutti i tuoi capelli perché sei forte, sarai sempre sorridente e nessuno noterà la differenza.
Dopo qualche giorno ne prendi coscienza e fai la stessa vita di sempre solo con più controlli, analisi e altre analisi.
C’è una cosa che forse spaventa più di tutto: dirlo agli altri.
Si perché hai paura no? Paura che ti guardino in modo diverso, che ne godano, che ne soffrano che ti compiangano. Ma ti senti anche stupida nel porti tutti questi dubbi, il giudizio degli altri non dovrebbe contare in queste occasioni, come nemmeno le loro risposte: ti da fastidio se ti dicono mi dispiace ma anche se rispondono sono con te.
Invece poi ti arrivano le risposte più sorprendenti, le parole più dolci e le reazioni più disparate e li capisci che si affronta tutto, devi.
Con i giorni brutti e quelli belli, con le persone che ti vogliono bene da sempre, nonostante tutto perchè i problemi vanno affrontati, le alternative sono poche e questa “cosa” potrà solo aiutarti. L’inizio è duro, a livello emotivo più che fisico.
Quando arrivi in ospedale il primo giorno, per la prima chemio ti ritrovi di fronte alla vera realtà della vita e ti rendi conto di quante sono le persone al mondo che si ritrovano a fare i conti con queste situazioni. Ti senti capita.
Esci con qualche sicurezza in più nel sapere che è iniziata una parte difficile della tua vita ma che questo significa dover solo arrivare al traguardo. Significa che dovrai fare dei sacrifici, che dovrai vederti cambiare e che bisognerà avere pazienza.
Ma esci anche sapendo che per fortuna, molta fortuna questa esperienza la potrai raccontare per farne tesoro e insegnamento a chi forse adesso é spaventato come lo eri e lo sei tu.
Hey Cancro, hai proprio sbagliato persona
[Qui c’è un racconto di cosa ho provato esattamente due anni dopo]