Tizia, caia e sempronia.
Che si dica al maschile o al femminile importa poco nella storia di Benedetta Maxia, che a Lisbona ha dato vita quasi per gioco al suo progetto Fulana Beltrana Sicrana, la traduzione letterale portoghese di tizia, caia e sempronia.
Bambole di stoffa che prendono forma e vita, ma anche animali, accessori, cuscini che racchiudono storie di persone e personaggi letterari, di film, autori, diritti civili, con Lisbona a fare da cornice a tutto questo.
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La storia di Benedetta
Immagino Benedetta come una ragazza sempre sorridente.
Nata e cresciuta a Pisa nel 2001 decide di trasferirsi a Rotterdam per studiare Danza Contemporanea.
Incontra l’amore che la porta a Lisbona due anni dopo, con un corso di danza estiva nella testa, poche domande e zero piani futuri.
Questa storia mi ricorda un po’ la mia e di tante altre persone, poche domande e zero piani futuri è sempre un ottimo modo di iniziare qualcosa di speciale, forse.
Lavora come danzatrice e traduttrice per molto tempo, le persone conosciute ai corsi diventano casa così come pian piano la città.
Continua a coltivare passioni occupandosi di piccoli progetti artigianali dove impara a manipolare materiali e tecniche manuali diverse.
Un giorno, nel 2012 per gioco crea con le sue mani tre bambole, una con i capelli neri, una rossa e castana. Non sa come chiamarle, fanno parte di lei ma non riesce a identificarle: decide quindi che il loro tratto personale doveva essere il colore dei capelli.
Nascono Fulana, Beltrana e Sicrana le versioni portoghesi di tizia, caia e sempronia.
Da li iniziano a prendere vita figure maschili, animali, figure personalizzate, personaggi famosi.
Fulana, Beltrana, Sicrana: quelle 3 ragazze nate a Lisbona
Bambole di stoffa, di tessuto, di pezze che senza di loro non avrebbero avuto una vita.
Portachiavi, cuscini, edizioni speciali o limitate.
Benedetta viene influenzata dalla collezione di tessuti della nonna e della zia, ne fa tesoro e con quelli inizia a dare forma alle cose, anzi a creare.
La vedo seduta alla scrivania, di fronte alla macchina da cucire mentre sceglie, taglia, mette insieme pezzi che insieme formano una nuova storia con il sole di Lisbona a fare da cornice.
Le sue creazioni sono tutte frutto di edizioni limitate, ritagli o campioni di tessuto che sarebbero stati buttati o dimenticati in qualche scatola.
Vintage e riciclabile come parole d’ordine.
La prima cosa che ho pensato quando ho visto le sue creazioni è che anche se quella bambola dovesse rappresentare me, avrebbe comunque una vita propria.
Ogni pezzo è unico, diverso dall’altro anche solo per qualche piccola differenza.
Le ho chiesto a cosa si ispira quando crea:
Oltre ai tessuti, creo le mie collezioni ispirandomi a personaggi dei film, della musica, della moda, della letteratura, dei diritti civili e degli stili di vita con i quali più mi identifico. Con i personaggi famosi, in qualche modo, sento che la marca ha finalmente trovato una sua voce. Attraverso di loro, posso spesso condividere dei messaggi per me importanti e anche mostrare meglio il mio universo creativo.
Ci sono Fernando Pessoa, Angela Davis, un’attivista del movimento afroamericano statunitense, Joey Ramon, cantante punk, i backpacker per chi ama viaggiare.
Nelle sue collezioni troviamo immagini frutto della sua mente, simboli iconici come i mini garofani che ha creato per la festa della liberazione portoghese il 25 Aprile.
Ci sono prodotti personalizzati– sculture in tessuto basate su foto di persone reali e personaggi famosi.
Il progetto è cresciuto tantissimo, quella che era una passione è diventato un lavoro a tutti gli effetti.
Ci sono state diverse collaborazioni con librerie, autori, case editrici per bambini per le quali ha realizzato alcuni personaggi delle storie in tessuto per le presentazioni e le letture dei libri.
Molte marche hanno ordinato il ritratto dei loro fondatori in forma di bambola per poterlo anche esporre nei loro negozi.
Alcune ditte hanno ordinato il ritratto dei loro lavoratori come regalo.
Nel 2016 ha collaborato con la stilista portoghese Alexandra Moura, nella creazione di alcuni accessori e ha partecipato a mostre collettive dedicate al nuovo artigianato portoghese.
Il futuro di Fulana, Beltrana e Sicrana sta nello sviluppare questo tipo di progetti, per poter contribuire sempre di più verso programmi sostenibili e handmade.
Benedetta tra l’altro fa tutto da sola, crea, si occupa del sito, dei social, dei clienti. Immagina che un giorno qualcuno si unirà al suo brand.
Nel frattempo sono passati 17 anni da quell’estate senza piani futuri, Lisbona è diventata casa, ha una famiglia con un bimbo luso-italiano.
Mi ha fatto sorridere una frase dell’intervista dove mi racconta che con Lisbona ha avuto diverse fasi: la scoperta, la malinconia, il conoscerla pian piano, vedere scomparire posti che erano famigliari.
Rido perché mi ritrovo nelle sue parole, forse è una delle caratteristiche di questa città, ecco quindi spiegata la Saudade che abbiamo sempre un po’ tutti(anche chi viene a visitarla per qualche giorno).
Sono molto orgogliosa di lei (Lisbona, nda) quando la faccio conoscere ad amici stranieri, la luce, i contorni, la sua relazione col fiume, le colline, la sua dimensione cosmopolita ma ad una scala umana. Quando mi sono trasferita in molti in Italia pensavano che vivessi in Spagna, non avevano un’idea chiara di dove fosse il Portogallo o cosa mi avesse spinto a restarci.
Fulana Beltrana e Sicrana sono frutto della sua storia, potevano nascere ovunque ma hanno radici lusitane al 100%.
Dove potete acquistare Fulana Beltrana Sicrana?
Sul sito di Benedetta potete trovare la storia e i suoi prodotti, capire perché tutto questo sa di magico.
Se volete qualche pezzo personalizzato potete mandarle una vostra foto, o della persona che preferite per un regalo e avere una bellissima miniatura a casa vostra.
Ci sono altrimenti diverse collezioni di autori che amate, animali che vi piacciono insomma di tutto e di più.
Ricordatevi che ogni pezzo è unico, fatto con amore e materiali riciclati.
Questa invece è la sua pagina Instagram
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(Dal suo sito ho imparato anche come si dice tizia, caia, sempronia nelle altre lingue, è troppo carina questa cosa.
Inglese: Jane, Jill and Mary
Francese: Pierrette, Paulette et Jacqueline
Spagnolo: Fulana, Zutana y Mengana
Polacco: Jasia, Julka i Marysia
Greco:Λόλα, Φαίη και Μιμή (Lola, Fay and Mimi) )
Grazie Benedetta per avermi raccontato la tua storia e grazie a voi, sempre per essere arrivati fino a qui!
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